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Cultura – #Yestochange, cultura e musica per il voto

Scritto per Il Settimanale n. 3 2019 del 17/05/2019

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No to hate, yes to change! è un carosello di eventi colorati e festosi: concerti, festival, picnic e manifestazioni in contemporanea in nove Paesi europei il 19 maggio. Con un unico scopo: spingere più persone possibile a votare per le elezioni europee del 26 maggio. Anche l’Italia partecipa a #Yestochange, con l’HopeFest di Genova.

#Yestochange: l’arte che fa votare
Dai concerti di Vienna e Genova ai festival di Budapest e Bucarest, ai picnic con performance di artisti e poeti a Stoccolma e Göteborg, #Yestochange è un movimento inclusivo che tocca capitali e cittadine di Stati europei molto diversi fra loro. In Germania aderiscono sette città, fra cui Francoforte, con la manifestazione di Ein Europa für Alle e il concerto della Berlin Boom Orchestra, al quale è prevista la presenza di interpreti Lis, traduttori simultanei e servizi igienici privi di barriere architettoniche. E questi sono solo alcuni degli eventi del 19 maggio, tutti animati dallo stesso spirito: ricordare alle persone la gioia della partecipazione e renderle consapevoli che è proprio partecipando – e votando – che si può cambiare l’Europa.

Oltre a partecipare alle singole feste, tramite yestochange.eu è anche possibile sottoscrivere la promessa di «stare dalla parte di un’Europa unita e vincolata alla solidarietà, all’uguaglianza, alla prosperità della democrazia, alla promozione dei diritti umani per tutti e alla prevenzione dei disordini climatici». Tutti principi che ricordano la recente Dichiarazione del Consiglio d’Europa a Sibiu del 9 maggio 2019.

A lanciare questa campagna è stato WeMove.EU, movimento apartitico che, come si legge nella sua mission, «si batte per un’Unione europea dedicata alla giustizia sociale ed economica, la sostenibilità ambientale, e per una democrazia concretamente diretta dai cittadini» e pratica la condivisione collaborando con enti e operatori locali.

In Italia: HopeFest di Genova (che osa)
LʼItalia risponde allʼappello di WeMove.EU con il grande evento musicale al porto antico di Genova, allʼinterno della campagna HopeFest. Diversi artisti, dei generi più disparati, sono impegnati nellʼiniziativa, fra cui il gruppo indie Lemandorle e Africa Unite, il cui frontmen si è prestato come ambasciatore della campagna pubblicando un video di sensibilizzazione e di invito.

E ancora partecipano: il dj britannico Leeroy Thornhill, uno dei fondatori del gruppo big beat The Prodigy e ora solista dal sound elettronico; Architorti, quintetto dʼarchi che ha recentemente coniugato la propria musica con il reggae di Africa Unite; e Free Shots, una band swing orientata a tematiche di accoglienza e migrazione.

HopeFest è in collaborazione con Genova che osa, Movimento Federalista Europeo e Creative Fighters. Lʼidea di organizzare questo grande evento rientra nel progetto di rilanciare la città ligure, facendola uscire dalla fase di declino dovuta al collasso delle infrastrutture e alle crisi sociale e demografica. Il fine ultimo, come si legge dalla homepage dellʼassociazione, è di rendere Genova una «città per molti, che dia a tutti nuove opportunità e non lasci nessuno indietro».

Il Rovescio della Medaglia
Veronica Cirigliano, Giulia Orlandelli, Marta Teresa Pelle, Rossella Pennisi, Filomena Rinaldi

 

gp
gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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