È deciso, sarà una finale tutta all’inglese! Mai dire mai in Champions: il clamoroso 4-0 del Liverpool sul Barcellona e la storica tripletta di Lucas Moura contro l’Ajax hanno scritto una pagina di storia del calcio. La super rimonta dei Reds ad Anfield e la sorprendente vittoria dei ragazzi di Pochettino, che conquistano per la prima volta la finale dopo un secondo tempo al cardiopalma, hanno estasiato gli spettatori di tutta Europa. La finale della Champions del primo giugno al Wanda Metropolitano di Madrid sarà quindi un inedito: due squadre dal background differente, ma ora accomunate dallo stesso destino.
Nel panorama calcistico moderno il campionato inglese costituisce un unicum che permette ancora d’instaurare analogie tra territorio, politica e calcio. A Tottenham – quartiere periferico della zona nord di Londra – l’identità ebraica confluisce in quella calcistica. Gli Spurs, da sempre noti come la squadra della Rothschild – la banca della più potente famiglia ebrea d’ Europa -, negli ultimi decenni hanno acquisito un rilievo sportivo ed economico che li ha portati stabilmente nelle prime posizioni della Premier League. Se la componente ebraica ha conferito ricchezza alla squadra, dal punto di vista sociale l’appartenenza a questa minoranza espone la tifoseria alle discriminazioni avversarie, che le attribuiscono l’appellativo di yids, slang dispregiativo per indicare gli ebrei.
Spostandoci sulle rive del Merseyside, Liverpool -città portuale, operaia e multietnica – ha saputo riscattare la propria marginalità culturale e geografica attraverso la gloriosa storia della sua squadra numero uno. L’attaccamento alla maglia ha portato la tifoseria dei Reds – in particolare la curva Kop dello stadio Anfield – a diventare il simbolo di una passione e di un romanticismo calcistico fuori dal comune.
Tottenham e Liverpool rappresentano dunque due realtà marginali che hanno saputo emanciparsi dalla propria subalternità, attraverso l’imposizione delle rispettive squadre nel panorama del calcio nazionale ed europeo.
Una finale tutta british nella Champions, la massima competizione calcistica europea, stride apparentemente con l’attuale rischio Brexit. Di contro le due realtà hanno manifestato la loro voglia d’Europa: la città di Liverpool si è espressa a favore del remain con il 58,2% e il borgo di Haringey – a cui fa capo il distretto di Tottenham – con uno schiacciante 75% (fonte: BBC News). A proposito di Brexit, la strepitosa rimonta del Liverpool contro il Barcellona è stata strumentalizzata alla Camera dei Comuni dal primo ministro britannico Theresa May, che rispondendo al leader laburista Jeremy Corbyn ha affermato che: “Quando tutti ti dicono che è finita, che i tuoi avversari europei ti hanno battuto, che il tempo stringe ed è ora di ammettere la sconfitta, puoi ancora raggiungere il successo se tutti si uniscono per realizzarlo”.
Bisognerebbe allora ricordare alla May l’anima laburista, progressista e pro-Europa della città di Liverpool e che il 1 giugno a Madrid, comunque vada, si sfideranno due European dreams.
Il Punto
Lucrezia Candelori, Rachele Carosi, Marianna Fangio, Tatiana Morellini, Giordano Ranucci