Per gli urbinati, il 26 maggio sarà un vero e proprio Election Day: nello stesso giorno, potranno – e dovranno – scegliere chi guiderà la città per i prossimi cinque anni (e, quindi, indicare che città vogliono) e decidere chi li rappresenterà nell’Ue per i prossimi cinque anni (e, quindi, indicare che Europa vogliono). Lo sviluppo della Città e del Territorio sono ormai imprescindibili dalle decisioni che si prendono a Bruxelles; e la forza e la tutela dei prodotti urbinati sarà funzione dell’equità e dell’energia con cui l’Unione saprà garantire e gestire la libertà di circolazione delle merci nel mercato interno e saprà difenderli e li aiuterà a promuoversi in un mercato globale.
In questo numero de Il Ducato presentiamo le priorità degli unici due candidati in qualche misura locali alle elezioni europee, mentre, nelle pagine centrali, mettiamo a confronto programmi e progetti degli aspiranti sindaco.
Dai programmi europei, emergono due disegni complementari: aprire le Marche all’Europa e portare più Europa nelle Marche, anche sotto forma di migliore utilizzo dei fondi europei. Se la collocazione geografica e il livello di benessere delle Marche e dell’area di Urbino non le rendono, in linea di massima, eleggibili all’intervento dei Fondi per la Coesione, quelli per la Cultura e l’Innovazione sono largamente fruibili. E l’Europa può essere sbocco professionale e contesto dove realizzarsi per tantissimi giovani urbinati o usciti dall’Università di Urbino, che, forti di una formazione d’eccellenza, potranno competere coi loro coetanei d’altri Paesi unendo le forze e integrando le competenze senza intaccare, ma anzi esaltando, l’originalità e la peculiarità delle proprie origini.