Dirimpetto a Visegràd, ma con connotazioni più informali, nel febbraio 2018 si è creato un nuovo gruppo nell’Unione europea: la Nuova Lega Anseatica (o Hansa). Assume le sembianze di una cena confidenziale, con cadenza mensile, per predisporre una strategia comune su temi prettamente economici.
Orfani della Gran Bretagna, i paesi che hanno sentito l’esigenza di dar vita a questa intesa che tutelasse una loro idea di liberismo, sono: l’Irlanda, i tre paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) e tre Paesi nordici (Danimarca, Svezia e Finlandia) – con l’ovvia eccezione della Norvegia, fuori dall’Ue –, coordinati, in questo rinnovato sodalizio, dall’Olanda nella figura del suo primo ministro Mark Rutte.
Gli albori della rete mercantile
Il sodalizio è rinnovato in quanto prende spunto e nome da un’alleanza che monopolizzò i commerci dell’Europa settentrionale dal tardo Medioevo fino all’era moderna, ponendo le basi alle prime forme di capitalismo. Come la sua antenata, l’attuale Lega Anseatica ha interessi prettamente economici e commerciali e si tiene lontana, invece, da tematiche politiche o giuridiche.
Se nel XII secolo la sua città di riferimento era Lubecca, in Germania, adesso è Amsterdam. Il fronte tedesco rimane fuori dal gruppo per effetto dell’argine rappresentato dalla Cancelliera Angela Merkel, ferma su posizioni fortemente europeiste e comunitarie. Nonostante ciò, all’interno del suo stesso partito (Cdu: Unione Cristiano-Democratica) c’è una fazione più rigorista, capeggiata dal presidente del Bundestag ed ex ministro delle finanze Wolfgang Schäuble, che strizza l’occhio alle posizioni di questi Paesi.
Un liberismo severo e intransigente
La Nuova Lega Anseatica sostiene la visione di un’Unione europea esclusivamente economica, in cui i Paesi membri mantengano una forte indipendenza politica: vi sono punti di contatto con Visegràd e con il Ppe (Partito Popolare Europeo), nonostante le loro posizioni siano piuttosto allineate all’Alde (l’Alleanza dei Liberali e dei Democratici per l’Europa).
Il punto focale su cui giocano la loro maggior partita è la richiesta di una riforma che accresca i poteri del Mes (Meccanismo europeo di Stabilità), in modo che i singoli Paesi abbiano più responsabilità sui propri disavanzi di bilancio. Si schierano quindi apertamente contro il sostegno europeo ai Paesi più colpiti dalla crisi economica.
Questi obiettivi comuni sono stati raccolti in un documento pubblicato al momento dell’approvazione della manovra italiana da parte dell’Ue, a voler sottolineare il proprio dissenso.
Verso le Europee
Sono questi i principali propositi in vista delle elezioni europee di fine maggio: una maggiore attenzione al rigore fiscale e di bilancio, che infranga il circolo vizioso banche/debito pubblico.
Pertanto, in aggiunta a Visegràd, alla Brexit, e all’innegabile ascesa del populismo e del nazionalismo di estrema destra, si sono aggiunti anche gli anseatici a indebolire quella parte di Europa che spinge per una più ampia integrazione. A difendere questo ideale comunitario rimangono solo la Francia di Macron, picconata però dai Gilet Jaunes, e la parte di Germania ancora fedele alla Merkel.
Gli Spazi
Virginia Della Giorgia, Fabrizio Sani, Valeria Sittinieri