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Sri Lanka: attentati, veleno su social per tweet Papa e Obama

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 23/04/2019

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Si sa che meditazione e riflessione non sono carte vincenti sui social media, dove quel che conta sono spontaneità e immediatezza. E stavolta sul web circola il sospetto che Papa Francesco sia stato troppo flemmatico, sul suo account twitter @Pontifex, e che Barack Obama e Hillary Clinton abbiano invece esagerato con il politically correct, reagendo agli attentati di Pasqua nello Sri Lanka che hanno fatto 290 vittime e centinaia di feriti.

E c’è chi mette a confronto la tempestività di Francesco nell’esprimere su twitter la sua emozione, lunedì 15 aprile, per il rogo di Notre-Dame con la lentezza dopo le bombe nelle chiese di Colombo e di altre città dell’isola Stato, avanzando il sospetto che i cingalesi siano cristiani di serie B, rispetto a quelli di Europa, America, Africa, i continenti dove il cristianesimo è più radicato.

Chi si lascia portare da emozione e dolore è l’arcivescovo di Colombo, cardinale Malcom Ranjith, che, a caldo, chiede che i responsabili degli attentati “siano puniti senza pietà”, perché “solo degli animali possono comportarsi in quel modo”. Parole poco cristiane, tanto più che nello Sri Lanka vige la pena capitale.

Di fronte a critiche e sospetti, la difesa di Papa Francesco ha ottime frecce al suo arco. E’ vero che il pontefice solo ieri ha twittato così: “Uniamoci anche oggi in preghiera con la comunità cristiana dello Sri Lanka colpita da una violenza cieca nel giorno di Pasqua. Affidiamo al Signore risorto le vittime, i feriti e la sofferenza di tutti. #PrayForSriLanka”.

Ma il giorno di Pasqua, alla fine delle celebrazioni in Piazza San Pietro, in mondovisione e davanti a 70 dopo mila fedeli, dopo la messa e la benedizione Urbi et Orbi, leggendo il messaggio pasquale, Papa Francesco aveva già detto: “Ho appreso con tristezza e dolore la notizia dei gravi attentati che, proprio oggi, giorno di Pasqua, hanno portato lutto e dolore in alcune chiese e altri luoghi di ritrovo dello Sri Lanka. Desidero manifestare la mia affettuosa vicinanza alla comunità cristiana, colpita mentre era raccolta in preghiera, e a tutte le vittime di così crudele violenza. Affido al Signore quanti sono tragicamente scomparsi e prego per i feriti e tutti coloro che soffrono a causa di questo drammatico evento”.

Favorito dal fuso orario, il Papa, con le sue parole, era persino arrivato prima del presidente Usa Donald Trump, che, quando c’è da twittare, non è secondo a nessuno, a rischio di farsi prendere dalla fregola e di spararle grosse. In un primo messaggio, infatti, parlava di “138 milioni di morti” e di “orribili massacri terroristici”. Poi rimuove il tweet dalla rete e s’adegua alla realtà: “138 persone sono state uccise nello Sri Lanka, e oltre 600 gravemente ferite – era il bilancio a quel momento, ndr -, in un attacco terroristico a chiese e hotel. Gli Stati Uniti porgono le più sentite condoglianze al grande popolo dello Sri Lanka. Siamo pronti ad aiutare!”.

Trump non cita i cristiani e il suo tweet si colloca tra quello rituale di Buona Pasqua e una raffica d’aspre polemiche, che più l’appassionano, contro l’opposizione democratica sul Russiagate.

Ma le polemiche non lo sfiorano. Le critiche, invece, investono Barack Obama e Hillary Clinton che, nel condannare su Twitter gli attacchi in Sri Lanka, usano il termine “adoratori della Pasqua” invece di parlare semplicemente di cristiani. “Cosa diavolo è un adoratore della Pasqua? Un termine per evitare di usare la parola ‘cristiani'”, si legge in un messaggio di risposta. E, in un altro: “Hey Hillary Clinton e Barack Obama, gli ‘adoratori della Pasqua cui vi riferite si chiamano cristiani. E’ qualche sillaba in più rispetto a musulmani, ma scommetto che riuscite a pronunciarla”.

Ieri, Trump ha fatto le condoglianze al premier dello Sri Lanka Ranil Wickremesinghe, deprecando  “uno degli eventi terroristici più mortali sin dall’11 settembre 2001″. Wickremesinghe ha ringraziato e ha aggiornato il presidente sugli sviluppi delle indagini. Trump ha assicurato allo Sri Lanka aiuto “nel perseguire i responsabili”, nel quadro “del comune impegno contro il terrorismo globale”

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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