Serioso come un tedesco, dotato di sense of humour come un inglese, si diceva nelle barzellette Anni 50. Ai tempi della globalizzazione, i seriosi sono i cinesi e gli ironici i russi. Per crederci, basta guardare come la stampa di Mosca e di Pechino reagisce al rapporto che il gran capo dell’intelligence Usa Dan Coats ha fatto al Senato martedì scorso: le minacce all’America vengono dai cattivi del Mondo, la Cina e la Russia, ma anche la Corea del Nord, che veste i panni dell’agnello, e l’Isis, bastonato, ma non eliminato.
In realtà, Coats e i suoi colleghi di Cia ed Fbi parlavano più a Trump che a Putin e a Xi: volevano dirgli che il pericolo per gli Usa non è l’Iran, come il presidente sostiene. Cinesi e russi, però, prendono per buona la parte che li riguarda. Così, il Global Times, voce della Cina in inglese, spiega in dettaglio perché le accuse di cyber-spionaggio fatte a Pechino, specie alla Huawei, siano infondate. Invece, Russia Today ci sorride sopra: “L’Iran bene, la Corea male, i russi sono ovunque”; e aggiunge: “Mosca e Pechino, i soliti sospetti”, che evoca la battuta finale di Casablanca. Chissà se scientemente.