L’intesa sulla riforma della missione Sophia non c’è, o forse non c’è ancora. L’Alto Commissario per la politica estera e di sicurezza europea Federica Mogherini non esclude “un risultato concreto nelle prossime settimane”; il ministro della Difesa Elisabetta Trenta s’aspetta un cambio d’atteggiamento della Germania già oggi.
La posta in gioco è chiara: i migranti salvati dalle unità della missione EunavForMed devono potere sbarcare anche in porti non italiani. In assenza d’un accordo e di nuove regole, il governo è pronto a rompere con l’Europa. Senza la rotazione dei porti, “valuteremo se continuare”, avvertono la Trenta, a Vienna per una riunione informale dei ministri della Difesa dell’Ue, e il vice-premier Salvini.
Le parole del ministro dell’Interno, che torna ad attaccare il presidente francese Emmanuel Macron, tolgono, però, credibilità al negoziato dell’Italia e sembrano anzi sollecitare l’inasprimento dei toni. Il vice-premier si appunta sul petto, come fossero medaglie, i capi d’imputazione supplementari ascrittigli dalla magistratura nella vicenda Diciotti: “Rivendico d’avere ricattato l’Unione europea”.
E a Macron, che osserva come “per i demagoghi un ponte che crolla è colpa dell’Ue”, ribatte: “Abbia il buon gusto di tacere, con i suoi 48 mila respingimenti lo scorso anno alle frontiere italiane” – attuati nell’ambito delle norme vigenti -.
“Sulla missione militare, si gioca l’immagine dell’Europa”, afferma la responsabile della Difesa, che si dice “delusa, ma fiduciosa”. Le dà manforte il ministro degli Esteri Enzo Moavero, che, sempre a Vienna, presiede una sessione del Consiglio dell’Osce, che l’Italia guida quest’anno: “Chiediamo la solidarietà dei Paesi dell’Ue e speriamo ancora che arrivi prima o poi e che non sia troppo tardi”.
L’Italia chiede, in primo luogo, di affrontare la questione dei porti di sbarco della missione Sophia, che attualmente sono solo italiani – come da intese a suo tempo sottoscritte dal governo Renzi -. “E’ importante – dice la Trenta – risolvere subito il problema dei porti di sbarco … Sono stata molto ferma, anche se ho parlato in modo propositivo… Credo che questo sia stato apprezzato e perciò penso che qualche Paese potrebbe” assumere presto posizioni un po’ diverse da quelle ieri espresse.
Il ministro della Difesa fa riferimento alla Germania, “che potrebbe essere a bordo”, e alla Francia: ha avuto un bilaterale con la collega Florence Parly, oltre che con il maltese Michael Farrugia. “Serve la sensibilità di tutti i Paesi del Mediterraneo”, mentre i flussi “si stanno rivolgendo verso la Spagna”.
Ai suoi colleghi, la Trenta ha ricordato: “Nel 2015 ci siamo assunti la responsabilità politica di fare nascere” la missione EunavForMed Sophia. “Si pensava che l’azione in acque extra-territoriali sarebbe stata solo una prima fase. Le cose in Libia sono andate diversamente e Sophia dura ormai da tre anni. Finora, come Italia, abbiamo accolto da soli tutti i migranti salvati. Questo non è più possibile, lo dico a nome del governo. Occorre cambiare le regole”.
La Mogherini avverte che modificare la questione dei porti “non è e non sarà un esercizio facile”, ma – osserva – “è un dovere, perché in questi anni abbiamo provato che l’Ue può fare la differenza nel Mediterraneo”: rinunciare a questa capacità “sarebbe un passo indietro per gli Stati e per tutta l’Ue”.
In Italia, la posizione del governo non fa l’unanimità: le opposizioni criticano l’ipotesi d’abbandono di Sophia, mentre Giorgia Meloni non vuole “distribuire gli immigrati tra tutti i porti europei”, perché ciò sarebbe “continuare in altra forma l’invasione e l’islamizzazione dell’Europa”. FdI vuole “un blocco navale europeo al largo delle coste libiche”.
Una posizione evocata dall’Austria, che ha la presidenza di turno del Consiglio dell’Ue e che ha un suo progetto ‘fortezza Europa’, per blindare le frontiere esterne, dando supporto militare a Frontex per contenere i fenomeni migratori.