Un’esplosione ha creato allarme, ieri mattina, ora di Pechino, all’ ambasciata degli Usa a Pechino: secondo la Polizia, era una bomba carta, o forse un petardo, comunque un ordigno artigianale, esploso nelle mani di un giovane di 26 anni che s’apprestava a lanciarlo contro la sede diplomatica. L’uomo, originario di Tongliao, nella Mongolia esterna, e identificato solo con il cognome, Jang, è rimasto ferito ed è stato arrestato.
Il fatto è avvenuto all’incrocio fra le vie Tianze e Anjialou: l’edificio che ospita l’ ambasciata non ha subito alcun danno. Testimoni riferiscono di avere udito un botto e di avere visto del fumo in strada – presente anche in alcuni video -. Le prime notizie riferivano di un numero di feriti imprecisati, di cui però non s’è più trovato traccia nelle informazioni successive.
S’ignorano i motivi del gesto terroristico, che la polizia e il ministero degli Esteri cinese trattano come “un incidente isolato”. Gli agenti hanno subito recintato l’area e e bloccato le ricerche sui social con le parole chiave, ad esempio, ‘ambasciata Usa’. Due ore prima, nei pressi dell’ambasciata, una donna era stata bloccata mentre tentava di darsi fuoco con la benzina. Un video mostra agenti che la portano via. Nulla si sa dell’identità della donna e delle sue motivazioni.
In una giornata insolitamente densa di cronache potenzialmente terroristiche riguardanti la Cina, ieri pomeriggio un aereo della compagnia Air China in volo da Parigi a Pechino ha dovuto ritornare nella capitale francese, a causa di un ‘allarme attentato’. Il Volo CA876 è rientrato senza problemi allo Charles de Gaulle, dopo essere stato costretto a invertire la rotta a causa di quello che s’è poi accertato essere “un falso allarme”: un messaggio sospetto” ricevuto dalla compagnia aerea, fortunatamente rivelatosi privo di fondamento. Apprensione a parte, nessun problema per i passeggeri a bordo.
A Pechino, nella tarda mattinata, l’attività all’ ambasciata degli Usa era regolarmente ripresa: testimoni riferiscono delle consuete fila di richiedenti un visto. L’ ambasciata, che sorge nel quartiere di Chaoyang, venne inaugurata nel 2008 dall’allora presidente George W. Bush: è protetta da un muro di vetro anti-proiettile ed è la terza sede diplomatica Usa al mondo per dimensioni.
Episodi di terrorismo in Cina sono estremamente rari, o meglio se ne ha notizia molto raramente, tranne che dal Tibet e dal Nord-Ovest della Cina, dove vivono gli Uiguri. Le ambasciate americane sono invece spesso oggetto di minacce e attacchi terroristici: nel 1998 i sanguinosi attacchi alle sedi di Nairobi e Dar es Salaam furono, in qualche misura, le prove generali di al Qaida prima dell’attacco all’America dell’11 Settembre 2001.
Nulla permette di collegare gli episodi di ieri alle recenti tensioni commerciali tra Cina e Usa.