Roma scrive, Bruxelles risponde e Salvini ci tira uno sbrego su: “6000 euro a migrante? L’Italia non ha bisogno d’elemosina”. Ma magari qualche altro Paese Ue e qualche Paese extra-Ue ci penserà su, prima di respingere l’offerta per accogliere migranti: ad esempio, il Montenegro che ha appena ricevuto in regalo dall’Ungheria un bel po’ di filo spinato – a Budapest, gli cresce quello della cortina di ferro -.
La Commissione europea ha ieri inviato ai governi dei 28 Paesi Ue le sue proposte per gestire e ridurre i flussi dei migranti: alcune ricalcano il decalogo di richieste consegnato dal premier Conte alle Istituzioni comunitarie a fine giugno.
Bruxelles propone “centri controllati” nei Paesi Ue “su base volontaria” per migliorare le procedure di asilo e accelerare i rimpatri degli irregolari, con un sostegno finanziario agli Stati che accettano d’ospitare i centri. I Paesi che accettano il trasferimento di migranti sbarcati in un centro controllato riceveranno 6mila euro per ogni profugo.
La Commissione, inoltre, rilancia l’idea di “piattaforme di sbarco” dei migranti nei Paesi extra-Ue, di partenza o di transito, in stretta cooperazione con le Agenzie dell’Onu Oim e Unhcr e d’intesa, ovviamente, con i Paesi terzi. Non si tratterà – viene specificato – di campi o di centri di detenzione, ma di aree gestite nel pieno rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani.
L’obiettivo è contribuire a garantire una responsabilità regionale realmente condivisa nel rispondere alle complesse sfide migratorie, riducendo le morti in mare e garantendo sbarchi ordinati e prevedibili. Tutti gli Stati costieri del Mediterraneo vengono incoraggiati a istituire zone di ricerca e soccorso e centri di coordinamento del salvataggio marittimo.
Sui centri controllati nei Paesi Ue e sulle piattaforme di sbarco dei migranti nei Paesi terzi l’Esecutivo è pronto a svolgere una funzione di coordinamento, a fare cioè da cabina di regia, almeno nell’attesa di una riforma del sistema europeo del diritto d’asilo (il Protocollo di Dublino).
La collaborazione con i Paesi terzi interessati sarà portato avanti sulla base dei partenariati esistenti, offrendo sostegno adeguato alle loro specifiche situazioni politica, di sicurezza e socio-economica.
Presentando le proposte, che devono ora essere vagliate dai governi dei 28, il commissario europeo alle migrazioni Dimitris Avramopoulos ha detto: “Abbiamo bisogno di soluzioni europee comuni… Siamo pronti a sostenere Stati membri e Paesi terzi perché cooperino meglio allo sbarco dei soccorsi in mare… Dobbiamo lavorare per soluzioni sostenibili…”.
Salvini è drastico: “Bruxelles l’elemosina se la può tenere. Noi vogliamo chiudere i flussi in arrivo -…. Non chiediamo soldi ma dignità e ce la stiamo riprendendo con le nostre mani”. L’Ue su Salvini è laconica: “Non commentiamo i commenti”. E gli sbarchi continuano: ultimi arrivi segnalati, 56 iracheni e siriani, fra cui un neonato, in barca a vela sulla spiaggia di Sovereto a Isola Capo Rizzut, in Calabria.