L’Italia ha ragione, ma quel che chiede non si può fare, almeno non subito, e le soluzioni ad hoc sporadicamente praticate non sono una risposta “sostenibile”. In una sintesi poco diplomatica, così risponde il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker al presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte, che lo sollecitava a dare attuazione, sul problema dei migranti, alle generiche e fumose conclusioni del Vertice europeo di fine giugno.
Conte, però, mostra di accontentarsi: “Sul fronte immigrazione – scrive in un post -, oggi abbiamo fatto un altro importante passo avanti. La risposta del presidente Juncker, che ringrazio, di fatto accoglie il principio secondo cui l’immigrazione è una sfida europea, che riguarda tutti i 28 Paesi e che quindi richiede soluzioni europee e non di un singolo Paese” – un punto, a dire il vero, non inedito -. E il M5S assicura che “passo dopo passo realizziamo il cambiamento”.
La risposta di Juncker, in realtà, sta più della serie “un colpo al cerchio e uno alla botte” che nella serie “passo avanti”. .Il presidente della Commissione ricorda che “l’Italia invoca da tempo, e a ragione, una cooperazione regionale sugli sbarchi”, e osserva che gli eventi dello scorso fine settimana “hanno dimostrato un senso condiviso di solidarietà da parte degli Stati membri (Francia, Germania, Malta, Spagna, Portogallo e Irlanda) che si sono offerti di accogliere una parte dei migranti sbarcati a Pozzallo“.
Tuttavia, aggiunge Juncker, “queste soluzioni ad hoc non sono un modo di procedere sostenibile”. E se “la Commissione è pronta a svolgere a pieno a funzione di coordinatrice” della cellula di crisi suggerita da Conte, questa va intesa “soltanto come tappa in direzione di un quadro più stabile”. Fermo restando che “l’Ue non ha competenza per determinare il luogo/porto sicuro da utilizzare per gli sbarchi dopo un’operazione di ricerca e salvataggio in mare”.
Non c’è traccia di anticipo della revisione della missione Sophia, prevista per fine anno, né una parola sul ruolo delle Ong. L’attenzione si sposta sulla riunione indetta dalle Agenzie dell’Onu il 30 luglio con tutti i Paesi Mediterranei, in vista della realizzazione di “piattaforme di sbarco regionali” .
L’orizzonte dell’azione legislativa europea è settembre: “La Commissione lavorerà ininterrottamente per tutta l’estate, da un lato per sostenere – entro i limiti del suo mandato – gli sforzi degli Stati membri, dall’altro per preparare le proposte legislative da presentare in settembre per rafforzare la guardia di frontiera e costiera europea e rendere più efficace la politica di rimpatrio”, oltre che la riforma del diritto d’asilo (cioè del Protocollo di Dublino).