Donald Trump, con la moglie Melania, lascia Washington per Bruxelles dopo avere scelto il giudice Brett Kavanaugh per la Corte Suprema. Dopo l’ok del Senato, prenderà il posto del dimissionario Anthony Kennedy e darà un orientamento conservatore alla massima magistratura degli Stati Uniti dove, ormai, cinque giudici su nove saranno d’ispirazione repubblicana: un’impronta che potrebbe mantenersi per una generazione, vista l’età dei giudici supremi – nominati a vita -. Era dall’epoca di Reagan che i conservatori aspettavano un momento come questo, coi giudici ‘liberal’ neutralizzati, dal loro punto di vista.
La scelta di Kavanaugh, annunciata nella serata di lunedì, trova consensi pure nella destra moderata: il giudice pro-armi e anti-aborto, che dice che i magistrati devono “interpretare la legge, non farla”, piace al senatore John McCain e all’ex presidente George Bush, due ‘avversari dichiarati’ di Trump nel partito repubblicano.
Una buona mossa del magnate presidente, in una giornata in cui s’intrecciano molte vicende che inquietano l’America e l’Amministrazione: per il Russiagate, Michael Flynn, ex consigliere per la Sicurezza Nazionale, compare per la prima volta in tribunale; la pornostar Stormy Daniels, le cui ‘esibizioni’ con Trump infastidirono Melania, fa uno strip integrale a due passi dalla Trump Tower; e un giudice di Los Angeles boccia misure del presidente contro l’immigrazione illegale.
Ma Trump ha già in testa gli impegni dei prossimi giorni: il Vertice della Nato a Bruxelles, oggi e domani; la visita a Londra, dove non esclude di vedere Boris Johnson, il ministro degli Esteri dimissionario – chissà com’è contenta Theresa May -; e l’incontro con Vladimir Putin, a Helsinki, lunedì. “Sarà più facile del Vertice alla Nato”, pronostica, irritando gli alleati, cui vuole scucire spese per la difesa. A dargli il benvenuto in Belgio, ieri sera, solo un diplomatico: il re e il premier stavano vedendo la partita, la semifinale dei Mondiali con la Francia
Brett Kavanaugh, 53 anni, giudice della corte d’appello federale del Distretto di Colombia, è uno ben inserito a Washington, dove ha lavorato col presidente Bush, che gli diede l’attuale posto – i democratici ne tennero la nomina in sospeso per tre anni -, dopo avere avuto un ruolo attivo nelle indagini per l’impeachment del presidente Bill Clinton. Adesso, però, sull’impeachment è freddo: un punto che certo non è sfuggito a Trump, nel contesto Russiagate.
Di lui, il cronista della Corte Suprema del New York Times dice: “Ha scritto molte sentenze gradite ai conservatori su temi che spaziano dalla vendita delle armi alla libertà religiosa al finanziamento delle campagne elettorali. Ma quel che alla destra americana piace in primo luogo è la sua opinione vigorosamente ostile al governo centrale e alle sue agenzie”.
Trump, che pure sta a fatica nel solco dei conservatori tradizionali, è stato molto attento a scegliere bene, in un’ottica di destra, i due giudici supremi che ha finora avuto occasione di nominare: all’inizio del mandato, Neil Gorsuch, al posto dell’italo-americano Antonin Scalia, morto a febbraio del 2016 – la nomina del successore toccava a Obama, ma l’ostruzionismo dei repubblicani gliela impedì-; e ora Kavanaught, che, rispetto ad Amy Coney Barrett, l’ultra-cattolica in lizza, è forse meno ‘pericoloso’ per la legalità dell’aborto.
In Congresso, repubblicani e democratici s’apprestano a battagliare sulla conferma di Kavanaugh. Ma l’esito è scontato: i repubblicani hanno la maggioranza e alcuni democratici potrebbero temere di perdere voti (e il seggio) nelle elezioni di midterm a novembre facendo ostruzionismo al giudice.