Vigilia agitata, tra Italia e Francia, del Vertice di oggi a Bruxelles sui migranti. Roma reagisce male all’annuncio delle proposte che il presidente francese Emmanuel Macron s’accinge a fare: lo sbarco dei migranti “avvenga nel porto sicuro più vicino” in linea con le regole e i principi del soccorso in mare; e punti di sbarco e hotspot vanno individuati e realizzati “su suolo europeo”, magari in attesa di poterli organizzare in Africa (ci vuole il consenso dei Paesi ospiti).
Macron ne parla con il nuovo capo del governo spagnolo, il socialista Pedro Sanchez, molto aperto sul fronte degli sbarchi e dell’accoglienza, nella vicenda dell’Aquarius e non solo – sulle coste dell’Andalusia, ci sono stati un migliaio di arrivi nelle ultime 48 ore -. Dall’Italia, Salvini liquida Macron come “arrogante”, Di Maio lo giudica “fuori dalla realtà” e il “nemico pubblico numero uno”, Giorgia Meloni trova “vomitevoli” le sue parole.
Tace il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che, oggi pomeriggio, rappresenterà l’Italia all’incontro, informale, di Bruxelles: un consulto fra 16 Paesi – il numero pare confermato -, preliminare al Vertice europeo vero e proprio del 28 e 29 giugno. Decisioni, se ce ne saranno, matureranno a fine mese, anche se la cancelliera tedesca Angela Merkel smorza le attese: “Non aspettatevi granché”. Non ci saranno i Paesi del Gruppo di Visegrad, che ritengono “inutile” l’incontro – e, per una volta, rischiano d’avere ragione -.
Delle sue proposte, Macron, oltre che con Sanchez, ha già parlato pure con la Merkel – i due si sono visti martedì, il giorno dopo la visita a Berlino del professor Conte -. Il presidente francese spiega: “E’ necessario un percorso di solidarietà, non una gestione caso per caso … Una volta scesi a terra e riuniti nei centri di sbarco chiusi, la cui realizzazione sarà finanziata da fondi europei, si potrà vagliare con rapidità quanti hanno diritto all’asilo” – e possono essere ridistribuiti fra i Paesi europei – e quanti, invece, vanno rispediti al Paese d’origine.
Per quelli dei 28 che rifiutano quote di rifugiati scattino le sanzioni: “Non è possibile – nota Macron – avere Paesi che beneficiano enormemente della solidarietà europea e, sul tema dei migranti, rivendicano l’interesse nazionale”. Ogni riferimento al Gruppo di Visegrad è voluto.
Ad irritare gli italiani, più delle proposte del presidente francese, è probabilmente l’analisi di fondo, contingente e politica. “L’Italia non sta vivendo una crisi migratoria come fino all’anno scorso, chi lo sostiene dice bugie”, afferma il presidente francese, rilevando che gli sbarchi, rispetto al 2017, sono calati dell’80%. A pesare ora sull’Italia, sono “le persone cui non è stato riconosciuto l’asilo e che si trovano in una situazione di irregolarità”: “Qui, la solidarietà europea deve giocare nel senso di una politica di ritorno” – come, resta da vedere -.
Macron inquadra il momento in “una crisi politica” scaturita da estremisti che giocano sulla paura – pure qui, ogni riferimento alla Lega e forse pure al M5S è voluto -; e invita a non cedere “allo spirito di manipolazione o iper-semplificazione della nostra epoca”. Idee che il presidente francese confronterà, martedì, con Papa Francesco, mentre Salvini, che dal Papa, nonostante gli annunci, non c’è andato, sarà lunedì in Libia.
Le proposte sul tavolo a Bruxelles oggi non mancano: francesi e tedesche, bulgare – già presentate ieri -, austriache. Vienna chiede che Frontex sorvegli anche i confini di terra dell’Ue, utilizzando forze di polizia e militari, per “mettere in sicurezza le frontiere esterne europee, combattere l’immigrazione illegale e smantellare gli affari dei trafficanti”, nei Balcani, in Grecia e in Italia.
Ai ferri corti con Malta e con la Francia, la Spagna, la Germania, il premier Conte arriva al Vertice “con le mani libere anche di dire no” – una latitudine che ogni leader ha sempre -. L’Italia – dicono fonti di Palazzo Chigi – “ha la ferma intenzione di puntare i piedi con una ‘durezza proporzionale alla grande emergenza immigrazione in atto’”, di cui “tutta l’Unione deve farsi carico”. I proclami di Salvini e Di Maio mettono pressione su Conte, che nelle sedi internazionali ha finora fornito buone prove.