Melania Trump è la fata dei bambini migranti, in quest’America un po’ da incubo e un po’ da fiaba dei figli separati dai genitori, dove le mamme first ladies prevalgono sulla cattiva dagli occhi di ghiaccio Kristje Nielsen, la responsabile della sicurezza interna e l’egeria della tolleranza zero.
Melania prima convince il marito a ‘metterci il cuore’, revocando la prassi di smembrare le famiglie all’arrivo degli immigrati illegali negli Stati Uniti; poi vola in Texas, in una struttura d’accoglienza di bambini al confine con il Messico, per rendersi conto di persona della situazione e per chiedere “che cosa posso fare per aiutare a ricongiungere i bambini con i loro genitori”.
Rispetto a domenica, quando era uscita allo scoperto una prima volta, denunciando la separazione dei bambini dai familiari, la mossa della first lady, questa volta, pare condivisa, o almeno avallata, dal marito presidente. “Mia moglie, la first lady, è al confine perché è molto preoccupata, come lo siamo tutti”, dice Donald Trump a margine di una riunione di gabinetto alla Casa Bianca.
All’ordine del giorno, c’è pure la riforma dell’immigrazione, di cui si continua a discutere, ancora senza un’intesa, in Congresso. “Dobbiamo cambiare le nostre leggi sull’immigrazione – dice Trump -, costruire il muro, assumere agenti al confine e non lasciare che la gente entri nel nostro Paese”. La situazione al confine con il Messico è stata “un grande caos e un problema per troppi anni”; e, secondo il presidente, lo stallo in Congresso è colpa dei democratici.
Stimolata dai media e messa in difficoltà dall’attivismo di Melania, Ivanka Trump, ‘prima figlia’ e consigliere del presidente, con competenza sulla politica della famiglia, sostiene che, dopo l’ordine che blocca le separazioni, “è l’ora di focalizzarsi sul ricongiungimento rapido e sicuro” di bambini e genitori che sono stati divisi. Le interpretazioni sulla valenza dell’ordine restano contraddittorie: c’è chi ritiene non sani le situazioni pregresse, ma ne scongiuri solo di nuove.
Melania evita posizioni incendiarie: pensa che “la legge dev’essere rispettata”: dice la sua portavoce Stephanie Grisham, rispondendo a una domanda sulla politica di ‘tolleranza zero’ introdottadall’Amministrazione Trump. A chi evoca la storia da migrante della first lady, una modella slovena, la Grisham ricorda che Melania entrò “legalmente” negli Usa “e pensa che tutti dovrebbero fare così”.
Icone dello ‘show-biz’ come Bruce Springsteen e media di qualità come Time Magazine partecipano alla crociata dell’indignazione contro la separazione dei bambini dai genitori. Time ci fa la copertina: una bimba si dispera in lacrime e il presidente la guarda corrucciato.
All’aeroporto La Guardia di New York, centinaia di persone hanno atteso l’arrivo di alcuni bambini separati dai genitori entrati illegalmente nell’Unione, protestando contro la politica di Trump ed esprimendo sostegno ai piccoli destinati a centri di accoglienza in città e nelle zone limitrofe – una struttura di Manhattan ne ospita 350 -. Ci si chiede perché i bambini continuino ad arrivare e perché i trasferimenti avvengano di notte