Va di moda la politica dei più forni: a Roma, dove ci s’accontenta di due, ma anche a Pyongyang e a Washington, dove Kim e Trump ne tengono accesi molti contemporaneamente. Nei suoi forni, il leader nord-coreano fa rosolare il presidente Usa, in vista del Vertice di Singapore il 12 giugno, mentre ravviva la fiamma sotto le vecchie alleanze con Pechino e Mosca, per coprirsi le spalle e magari garantirsi aiuti in cambio della denuclearizzazione, e aggiunge delle erbette alla fratellanza con Seul – c’è l’idea di celebrare l’anniversario del primo vertice fra le due Coree, nel 2000 -.
Trump, invece, pare dare per acquisita la ‘pax coreana’, dopo averla data per spacciata dieci giorni or sono, e, nei suoi forni, cucina le amicizie dell’America vecchie e nuove con la salsa dei dazi, colpendo gli alleati più stretti degli Stati Uniti, i Paesi europei e il Canada, e inducendoli alle ritorsioni, dopo avere invece concesso una tregua alla Cina sul fronte commerciale. Guerra dei dazi e pure ‘pax coreana’ sono temi che terranno banco al Vertice del G7 fra una settimana: dell’impatto dei dazi, hanno già discusso i ministri dell’Economia dei Sette Grandi, giovedì e ieri a Whistler in Canada.
In una lettera consegnata personalmente a Trump da una delegazione nordcoreana, Kim esprime interesse per il Vertice di Singapore, senza fare minacce ma neppure concessioni. E’ la sua risposta alla lettera del 24 maggio con cui il presidente Usa aveva bruscamente cancellato l’appuntamento.
Ma, mentre scrive a Trump, Kim, che ha visto due volte in poche settimane il presidente cinese Xi, riceve a Pyongyang il ministro degli Esteri russo Lavrov: ribadisce il sì alla denuclearizzazione della penisola coreana, da affrontare “per stadi”, di pari passo con la normalizzazione delle relazioni con l’America e attraverso un dialogo e negoziati “effettivi e costruttivi”; e strizza l’occhio alla Russia. Lavrov, nel resoconto della Kcna, gli dà corda: loda Kim, notando che la penisola coreana è entrata in “una fase di stabilità”; e assicura il sostegno russo al processo di denuclearizzazione, auspica il successo del Vertice Kim/Trump e ne prospetta uno a seguire con Putin.