Bello come un attore, con negli occhi una punta di candore, impeccabile nella sua divisa inamidata e sovraccarica di nastrini e decorazioni, Oliver North, all’epoca colonnello dei marines, entrò così nelle case e nelle cronache americane, quando depose in Congresso sulla vicenda Iran-Contras. E’ lui, tipico ‘eroe americano’ dei tempi di Ronald Reagan, che la National Rifle Association, la Nra, la lobby delle armi negli Usa, ha ora scelto come nuovo presidente e testimonial, mentre l’assioma ‘libere armi in libero Stato’, garantito dal II emendamento della Costituzione, pare a tratti vacillare, sotto la spinta del movimento dei giovani ‘Never Again’.
Il congresso di Dallas, una settimana fa, è stata l’occasione per puntellare e rinnovare l’immagine della Associazione, che s’è riunita dove il sindaco e la popolazione non la volevano, ha ricevuto l’appoggio del presidente Trump, già dimentico delle promesse fatte ai giovani (“Fin quando sarò presidente, nessuno toccherà il II Emendamento”) e s’è scelta in North un nuovo ‘uomo immagine’.
North non ha il fascino e la fama di Charlton Heston, Mosé e Ben Hur al cinema e poi protagonista del Pianeta delle Scimmie, che guidò la Nra a cavallo del Millennio, affrontando Michael Moore in ‘Bowling for Columbine’. Ma è figura di riferimento solida per i conservatori d’America, uscito ‘pulito’ dallo scandalo Iran-Contras, noto anche come Iran-gate, e riciclatosi da militare a commentatore politico della Fox News, la rete ‘all news’ vicina ai repubblicani.
Militare pluridecorato e trafficante d’armi, funzionario del Consiglio per la Sicurezza nazionale nell’Amministrazione Reagan, North fu uno dei principali protagonisti della discussa trattativa che, alla metà degli Anni Ottanta, portò a un baratto tra Washington e Teheran: armi Usa al regime che, solo pochi anni prima, aveva tenuto sequestrati per 400 giorni oltre 50 funzionari dell’Ambasciata di Washington a Teheran, in cambio della liberazione di prigionieri statunitensi finiti nelle mani degli Hezbollah in Libano.
Sul fronte iraniano a negoziare con il consigliere per la Sicurezza nazionale Robert McFarlane e North, c’era un giovane Hassan Rohani, oggi presidente della Repubblica islamica.
Con North alla presidenza, e la ‘mamma con la pistola’ Dana Loesch come portavoce, la Nra torna all’offensiva, dopo che una sequela di sparatorie nelle scuole e il massacro a metà febbraio nel liceo di Parkland in Florida – 14 studenti e tre adulti uccisi – avevano incrinato le adamantine certezze del rispetto del II Emendamento. Ma il dibattito politico s’è ormai spento, come sempre dopo tutte le altre stragi.
“Oliver è un leggendario guerriero per la libertà, un comunicatore dotato e un abile condottiero”, esulta l’amministratore delegato della Nra Wayne LaPierre. North, oggi 75 anni, con nel cv anche l’invasione di Grenada e gli sviluppi del sequestro dell’Achille Lauro, fu incriminato per l’Iran-gate nel 1989 per avere ostacolato l’inchiesta del Congresso, ma fu poi scagionato nel 1991.
Il ricavato della vendita di armi all’Iran, in violazione dell’embargo, servì a finanziare di nascosto l’opposizione dei Contras al governo rivoluzionario sandinista e filocomunista del Nicaragua. La vicenda minò la credibilità di Reagan, cui North fece da parafulmine nelle audizioni in Congresso.