Per l’Italia, poteva essere molto peggio. E’ la consapevolezza che ispira il giudizio, articolato, ma non negativo, di esponenti di governo ed esperti italiani sulle proposte per il Quadro finanziario pluriennale (Qpf) Ue 2021-’27 presentate il 2 maggio dalla Commissione europea. Più critiche e corrosive le opinioni delle forze politiche euro-critiche ed euro-scettiche. I tagli temuti, e in parte arrivati, riguardano la Politica di coesione e la Politica agricola comune (Pac).
Il problema, rilevato con forza dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, è che l’Italia affronta la trattativa con l’handicap d’un governo in carica per gli affari correnti e con la prospettiva d’un esecutivo a tempo. Tajani dice: “Serve un governo autorevole per fare in modo che si riducano i tagli all’ agricoltura” e “verificare che i fondi di coesione non subiscano tagli per le nostre regioni e le isole … Serve che l’Italia sia rappresentata con forza perché il confronto è sui temi importanti …. L’interesse nazionale va tutelato al tavolo del Consiglio” dei Ministri dell’Ue, dove “l’Italia dovrà ottenere risultati positivi”.
I giudizi delle Istituzioni e del Governo
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan twitta: “Bene la proposta della Commissione europea”, dove ci sono echi delle proposte italiane”, specie per il sostegno agli investimenti o per la gestione dei flussi migratori o delle minacce alla sicurezza”. Il responsabile degli Affari europei Sandro Gozi giudica “positiva” l’introduzione di nuovi criteri per l’assegnazione dei fondi di coesione europei, ma avverte: “E’ prematuro trarre conclusioni su quanto arriverà alle regioni: solo con i regolamenti, che saranno resi noti tra maggio e giugno, sarà possibile fare i calcoli”.
Per Gozi, vanno bene nuovi parametri come disoccupazione giovanile, integrazione dei migranti, inclusione sociale. E sono pure positivi l’aumento delle risorse proprie, la graduale eliminazione degli ‘sconti’ a Germania, Olanda, Svezia e Austria, i nuovi impegni sui fronti dell’immigrazione, della sicurezza, della difesa, della ricerca e per le Pmi. “Ma ci sono anche aspetti su cui si può fare molto meglio, in primo luogo i tagli alla Pac … Sarà un negoziato lungo e complesso: siamo solo all’inizio e non arriveremo alla conclusione prima delle prossime elezioni europee” (maggio 2019).
“Senza essere una proposta rivoluzionaria, è una proposta coraggiosa e innovativa”, osserva Ferdinando Nelli Feroci, già commissario europeo e rappresentante dell’Italia presso l’Ue, attualmente presidente dell’Istituto Affari Internazionali, che come “elementi di novità importanti” cita “un’attenzione nuova al tema dei beni pubblici europei” e “la proposta d’introduzione d’autentiche risorse proprie sotto forma di tasse europee”.
Impresa e lavoro sul chi vive, euro-critici ed euro-scettici negativi
La Confindustria ha fatto conoscere il suo parere sul bilancio attraverso una nota, in cui chiede che al centro sia messa la “competitività dell’Unione”. “Da questo punto di vista l’aumento delle risorse per la ricerca e l’innovazione rappresenta un passo in avanti, ma bisogna fare ancora di più ed essere più ambiziosi … E’ fondamentale mantenere la centralità della Politica di coesione e, in generale, dei finanziamenti destinati alle infrastrutture, che non vanno ridotti perché volano di crescita economica imprescindibile per il nostro sistema produttivo”.
Anche la Coldiretti si è espressa sui tagli alla Pac. Per il presidente Roberto Moncalvo, “non può essere l’agricoltura a pagare il conto della Brexit”: “Indebolire l’agricoltura, che è l’unico settore realmente integrato dell’Unione, significa minare le fondamenta della stessa Ue in un momento particolarmente critico per il suo futuro”.
Completamente negativi, invece, i commenti degli eurodeputati pentastellati. “Serve una reazione forte dell’Italia contro la proposta di bilancio europeo – ha detto Laura Agea, capodelegazione M5S a Bruxelles –. I tagli alla Politica di coesione sono inaccettabili perché colpiranno le aree più povere d’Italia. Secondo le nostre stime si tratta di oltre tre miliardi di euro di minori risorse investite”.
Via Twitter, il leader leghista Matteo Salvini, fino a poche settimane or sono eurodeputato, contesta i tagli all’agricoltura, che, a suo parere, serviranno a finanziare “con 10 miliardi in più” le politiche dell’immigrazione.
Le cifre del 2021-’27 e le variazioni
Il nuovo bilancio Ue per il 2021-2027, il primo post Brexit, prevede, per quanto riguarda alcune delle voci più interessanti per l’Italia, tagli di circa il 5% ai fondi di coesione e alla Pac, ma vede raddoppiare o quasi le risorse per i migranti (2,6 volte in più rispetto ai fondi disponibili tra il 2014 e il 2020), per l’Erasmus e i giovani (2,2), per la sicurezza (1,8), per il digitale e la ricerca (1,6).
L’Italia è uno dei beneficiari netti di coesione e Pac: nello scorso settennato ha ricevuto 42 miliardi di euro di contributi europei, di cui la maggior parte andati alle Regioni meno sviluppate. Dal punto di vista degli interessi italiani, però, avverte Nelli Feroci, bisogna “approfondire la possibilità d’utilizzare come criterio per la distribuzione delle risorse della coesione non solo il Pil pro capite, ma anche l’occupazione giovanile e la presenza di stranieri”. Entrambi i fattori permetterebbero all’Italia di compensare in parte la riduzione del volume complessivo di risorse a disposizione.
Nel complesso si parla di 1135 miliardi di euro espressi ai valori 2018, pari all’1,11 % del prodotto nazionale lordo dell’Ue a 27, lo 0,11% in più rispetto al settennato precedente. Questo livello d’impegni corrisponde a 1105 miliardi di euro in termini di pagamenti per gli Stati.
Questo, almeno, nelle proposte della Commissione, che dovranno ora essere discusse ed approvate dal Consiglio dei Ministri dell’Ue e dal Parlamento europeo. Scontato che ne parlino pure i leader dei 27, in occasione dei prossimi Vertici europei.