I Giochi si sono chiusi da dieci giorni, ma lo spirito olimpico continua ad aleggiare sulle relazioni fra le due Coree: Pyongyang e Seul hanno ieri concordato lo svolgimento di un Vertice, entro fine aprile, fra i loro presidenti, Kim Jong-un e Moon Jae-in. I due Paesi hanno pure deciso d’istituire una ‘linea rossa’ di comunicazione diretta, che i leader hanno subito ‘testata’, con un primo colloquio.
La ‘linea rossa’ deve consentire strette e rapide consultazioni fra i due Paesi e contribuire a ridurre le tensioni militari nella penisola coreana, ha riferito Chung Eui-yong, consigliere per la sicurezza di Moon, facendo un briefing a Seul sui risultati d’una missione da lui guidata al Nord: due giorni d’incontri e colloqui e, tre ore dopo il loro arrivo, una cena con Kim, che di solito preferisce fare attendere i visitatori – tovaglia e sedie rosa, tavola rotonda per 12 persone fra cui due donne -.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva accompagnato con un laconico “Vedremo che succede!” l’inizio della missione sud-coreana, commenta ora in modo cauto e ambiguo l’annuncio del Vertice: nota “possibili progressi”, ma dice che gli Usa sono “pronti ad andarci decisi in entrambe le direzioni”, verso la pace o verso la guerra. “Per la prima volta in molti anni – scrive su Twitter Trump – sono stati fatti seri sforzi da tutte le parti interessate. Il mondo sta guardando ed è in attesa! … Potrebbe essere una falsa speranza”.
Accolta più positivamente a Pechino ed a Mosca, la notizia del Vertice lascia freddi pure il giapponesi, la cui priorità resta l’abbandono dei programmi nucleari nord-coreani. L’Ue parla di “primi passi incoraggianti” e attende supplementi d’informazione dal ministro degli esteri sudcoreano Kang, che sarà a Bruxelles il 19 marzo. Il clima pare, comunque, molto più disteso rispetto a poche settimane or sono, quando l’Orologio dell’Apocalisse era più vicino che mai allo scoccare della mezzanotte dell’Olocausto nucleare.
Il Vertice di aprile sarà il terzo fra le due Coree, ma il primo per entrambi gli attuali leader (Kim è presidente dal 2011, Moon da meno di un anno), dopo quelli frutto della ‘sunshine policy’ – 2000 e 2007 -. L’incontro non si svolgerà a Pyongyang, come i due precedenti, ma nell’area di sicurezza congiunta del villaggio di confine di Panmunjom, nella fascia demilitarizzata lungo il 45° parallelo.
Secondo le fonti sud-coreane, la Corea del Nord sarebbe incline ad accettare la denuclearizzazione della penisola, cioè a rinunciare all’atomica, che già possiede, e sarebbe pure disposta a sospendere le attività di sviluppo nucleare e missilistiche. Le fonti ufficiali nord-coreane si limitano a registrare la “soddisfazione” di Kim per l’accordo raggiunto con la delegazione sud-coreana, che gli ha recato una lettera di Moon e ha discusso come allentare le tensioni e rafforzare dialogo e cooperazione.
Sempre secondo le fonti sud-coreane, che non trovano conferme, ma neppure smentite a Pyonyang, la Corea del Nord vuole un dialogo diretto e “franco”! con gli Stati Uniti e offre una moratoria delle sue attività su nucleare e missili per tutta la durata dei colloqui tesi alla “normalizzazione” delle relazioni. “La parte nordcoreana ha chiaramente affermato l’impegno alla denuclearizzazione della penisola dicendo che non ci sarebbe ragione per possedere armi atomiche se la sicurezza del regime fosse garantita e la minaccia militare contro il Nord fosse rimossa”, ha spiegato Chung. E, inoltre, “il Nord ha promesso di non usare neanche le armi convenzionali contro il Sud”.
A marcare la distensione dei rapporti, prosegue la diplomazia delle arti e dello sport: Pyongyang invita al Nord un team dimostrativo sudcoreano di taekwondo e un gruppo artistico, restituendo l’ospitalità offerta ad analoghe delegazioni durante i Giochi della Neve di Pyeongchang.