A Hollywood c’è chi, per scherno, a 72 ore dalla Notte degli Oscar, gli dedica una grande statua dorata dal titolo evocativo, ‘Il divano delle audizioni’. E, intanto, a New York, una donna ‘s’impacchetta’ la sua azienda e gliela sfila: la Weinstein Company è salva, ma passa nelle mani d’un gruppo d’investitori guidato da Maria Contreras-Sweet, 62 anni, che fece parte dell’Amministrazione Obama.
Gli artisti di Hollywood, Plastic Jesus e Joshua ‘Ginger’ Monroe, già autore di un Trump nudo, raffigurano il produttore Harvey Weinstein, travolto dallo scandalo sulle molestie sessuali, seduto su un divano in vestaglia – così riceveva le sue ‘ospiti’ – con in mano una statuetta dell’Academy.
Se la statua lo ritrae nella ‘tenuta da predatore’, non si può dire che l’operazione finanziaria fatta dalla Contreras-Sweet lo lasci in brache di tela: gran parte delle attività dello studio cinematografico finito sull’orlo della bancarotta dopo lo scandalo che ha travolto Harvey, co-fondatore con il fratello Robert, sono state valutate circa 500 milioni di dollari, di cui quasi la metà – 225 – andranno a coprire i debiti. Della cordata di investitori guidata da Maria Contreras-Sweet fa pure parte Ron Burckle, un magnate dei supermercati.
Il salvataggio dello studio cinematografico è arrivato un po’ a sorpresa dopo che, nei giorni scorsi, le trattative sembravano definitivamente saltate, inducendo la Weinstein Company ad avviare le procedure fallimentari previste dal cosiddetto Capitolo 11, una sorta di bancarotta ‘controllata’. La Contreras-Sweet s’è impegnata a salvare 150 posti di lavoro, a istituire un consiglio d’amministrazione a maggioranza femminile e a creare un fondo per risarcire le vittime degli abusi che si aggirerebbe tra 80 e 90 milioni di dollari – pure questo compreso nei 500 milioni globali -.
L’intesa sventa l’istanza di fallimento. “Il nostro team – ha confermato la Contreras-Sweet – è lieto d’annunciare di avere compiuto un importante passo avanti nell’acquisto della Weinstein Company per lanciare una nuova società, con una nuova visione”. La trattativa è durata diverse settimane ed ha coinvolto una trentiona di avvocati e banchieri.
Harvey Weinstein era stato licenziato dalla società lo scorso anno dopo lo scoppio dello scandalo delle molestie sessuali. Da allora, decine di cause civili sono state aperte nei suoi confronti; ed è nato, nella scia delle accuse, il movimento anti-molestie #MeToo, ormai divenuto mondiale. L’ex produttore, che ha sempre negato di aver avuto rapporti non consensuali, è sotto indagine negli Usa e in Gran Bretagna ma finora non è stato incriminato.
Chi è la nemesi delle donne d’America?, e non solo? Nata a Guadalajara in Messico e trasferitasi con la madre e cinque fratelli in California, laureatasi al San Antonio College, la Contreras-Sweet è alternativamente donna d’affari e amministratrice pubblica: ha creato proprie aziende, è stata fondatrice e presidente esecutiva della ‘ProAmerica Bank’, una banca commerciale specializzata nelle piccole e medie imprese e concentrata sui ‘latinos’. Ma negli Anni Novanta ha pure lavorato nell’ufficio dell’assessore della California agli Affari, ai Trasporti, alla Casa, quand’era governatore il democratico Grey Davis (1999/ 2003).
All’inizio del 2014, Barack Obama la mise a capo della Small Business Administration e col rango di membro del Gabinetto. Confermata nell’incarico dal Senato a marzo, entrò in carica ad aprile. Tornata agli affari dopo l’elezione di Donald Trump, la Contreras-Sweet vuole adesso trasformare la Weinstein Company in un’azienda a trazione femminile. Un passo verso un ritorno alla politica? Non ve n’è segno, almeno per ora. Ma Maria ha risorse, non solo finanziarie; ed ha dalla sua due ingredienti per il successo, è una donna ed è una ‘latina’.