Automobili senza conducente, realtà aumentata e robot per la casa sono sempre più al centro delle nostre vite. Con le nuove tecnologie che coprono sempre più tutte le aree della nostra vita privata, così come quella pubblica in generale, e che già integrano il settore dei servizi e dell’industria, la domanda è quanto tempo sarà necessario alla forza lavoro umana prima che i robot intelligenti siano pronti a sostituirla.
Solo pochi anni fa, ci si sarebbe abbandonati a un sorriso di circostanza per sottolineare che anche le tecnologie più moderne mancano dell’intelligenza umana e quindi della capacità di operare come gli umani. Oggi questa sicurezza è in bilico.
Nel 2016 il programma Google Alpha Go ha sconfitto il campione del mondo di gioghi da tavolo Lee Sedol a go, uno dei giochi strategici più complessi al mondo. Secondo Google, l’avvento di Alpha Go apre le porte a una rivoluzione che raggiungerà presto tutti i settori professionali della società. Molti lavoratori della classe media corrono così il rischio di essere sostituiti dalle macchine nei prossimi dieci anni.
Questo processo avrà conseguenze di vasta portata. Moshe Vardi, docente e professore di ingegneria informatica alla Rice University di Houston, nel Texas, parla di un possibile aumento del 50% del tasso di disoccupazione globale. «Credo che la società – spiega l’esperto – debba affrontare il problema prima che sia troppo tardi: se le macchine sono in grado di fare quasi tutto il lavoro che gli umani possono fare, cosa faranno gli umani?».
In molte aree i robot sono già in grado di lavorare incustoditi 24 ore su 24. Riducono i costi di manodopera delle aziende e aumentano la produttività. Ad esempio, un’azienda automobilistica in Giappone può risparmiare il 90% dei suoi costi utilizzando robot anziché lavoratori umani.
Secondo un rapporto della Bank of America del 2015, attualmente ci sono 66 robot su 10.000 lavoratori in tutto il mondo, ad esclusione dell’industria automobilistica giapponese. E questo è solo l’inizio, perché non è solo il lavoro scarsamente qualificato a essere in pericolo. In futuro le retribuzioni potrebbero essere riviste a ribasso in modo significativo a causa dello sviluppo delle tecnologie intelligenti. Ne è convinto il McKinsey Global Institue, che prevede un utilizzo dei robot in settori chiave come la finanza.
Questa prospettiva per l’industria e i servizi è oscurata da timori sociali e gravi problemi economici. Secondo un’indagine del 2014 commissionata dal Pew Research Center, il 48% di un campione di esperti del settore afferma che l’utilizzo dell’intelligenza artificiale è destinato a portare disuguaglianza dei redditi, fino ad arrivare alla rottura dell’ordine sociale. A prevalere è però l’ottimismo. Il 52% del campione crede infatti che la tecnologia non distrugga più posti di lavoro di quanti ne crei di nuovi allo stesso tempo. In ogni caso, l’uomo è alle prese con un mondo tecnologico in costante cambiamento. Una nuova rivoluzione tecnologica è alle porte.
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