E’, per ora, una storia da tabloid, E potrebbe pure restare confinata in quei confini, se non verrà fuori che Donald Trump ha fatto qualcosa di illegale per comprare il silenzio dell’ex pornostar che sarebbe stata per quasi un anno la sua amante. Ma, comunque, come storia da tabloid, si fa leggere tutta, con il magnate showman e futuro presidente – ma, all’epoca, nessuno lo avrebbe mai immaginato – un po’ pantofolaio e un po’ cafone: al primo appuntamento non porta fuori a cena la sua ‘preda’, ma la accoglie in pigiama spaparanzato sul divano a vedere la televisione. E quando lei, con poco tatto, gli chiede della moglie Melania, sposata l’anno prima e che gli ha già dato un figlio, Baron, lui scantona. Ma parla volentieri della figlia Ivanka, che è “bella come te”.
“Posso descrivere alla perfezione il suo ‘pacco’”, assicura con squisita eleganza la pornostar Stephanie Clifford, in arte Stormy Daniels, in un’intervista esclusiva con In Touch. Ma come, Michael Cohen, l’avvocato di Trump, non ha comprato il suo silenzio con 130 mila dollari? Forse, ma la transazione di cui si vocifera da giorni a Washington sarebbe avvenuta poco prima delle elezioni presidenziali del novembre 2016, mentre l’intervista, rimasta finora inedita, sarebbe del 2011. Se non è tutta una montatura.
Certo, le cattive notizie sono come le ciliegie: una tira l’altra. Nell’anniversario del suo ingresso alla Casa Bianca, che cadeva ieri, il presidente Trump prima incassa la paralisi delle attività dell’Amministrazione – lo shutdown – dovuto al mancato accordo in Congresso tra repubblicani e democratici sulle coperture finanziarie al di là del 21 gennaio; poi, arrivano nuove rivelazioni del Wall Street Journal sullo ‘Stormy affair’ che rischia, se non altro, di rovinare il clima a casa – ammesso che ci sia ancora qualcosa da rovinare -; e, infine, salta fuori l’intervista che non t’aspetti alla pornostar.
Dello shutdown, il cui impatto sarà inizialmente modesto, ma che col tempo potrebbe diventare una grana grossa, Trump prova a scaricare tutta la responsabilità sull’opposizione democratica: “Hanno voluto farmi un bel regalo” per il primo anniversario alla Casa Bianca. “Prestano più attenzione agli immigrati illegali che ai nostri valorosi militari e alla sicurezza ai nostri confini… Avrebbero potuto facilmente trovare un accordo ma hanno preferito lo shutdown” – all’origine, il contrasto sui ‘dreamers’, i figli d’immigrati illegali cresciuti negli Usa -. Però, è la prima volta che un presidente viene costretto allo shutdown avendo dalla sua tutto il Congresso: l’evento non è di per sé eccezionale, accadde a Reagan, che lo volle lui, a Clinton e ad Obama, che lo subirono, ma sempre avendo contro tutto, o una parte, del Congresso.
Regalo meno gradito quello del WSJ, che ricostruisce il pagamento di Cohen alla Clifford: l’avvocato usò pseudonimi e una società privata appositamente creata in Delaware per comprare il silenzio della pornostar. La società fu aperta il 17 ottobre 2016, tre settimane prima del voto, scegliendo uno degli Stati, il Delaware, che offre agli uomini d’affari maggiore riservatezza. Il versamento sarebbe stato effettuato su un conto del legale della donna. Per mascherare l’identità del pagatore e del beneficiario sarebbero stati usati pseudonimi: la Clifford sarebbe stata identificata come ‘Peggy Peterson’.
La Casa Bianca e Cohen avevano negato ogni addebito, fin dalle prime rivelazioni. Ma il colpo che rischia di fare saltare il loro catenaccio è la pubblicazione dell’intervista del 2011, dove ci sono numerosi dettagli su Trump che non sono largamente conosciuti. Stormy Daniels fa riferimento, ad esempio, a una guardia del corpo di Trump, un certo Keith, che “gli era sempre insieme”. Il ‘gorilla’ di lunga data di Trump si chiama Keith Schiller. E poi si parla di una sua assistente, tal Rhona. Anche in questo caso, bingo: Rhona Graff ha lavorato per Trump per oltre trent’anni. E ancora l’intervista contiene bizzarri riferimenti all’idiosincrasia di Trump per gli squali: “E’ ossessionato dagli squali. E’ terrificato dagli squali. E’ come se sperasse che tutti gli squali muoiano”. La coppia s’installava dal letto sul sofà perché Donald potesse meglio seguire in tv ‘Shark Week’, un programma cult di Discovery Channel.
Insomma, se Stephanie Clifford, alias Stormy Daniels s’è inventata tutto, ha prima condotto ricerche minuziose per renderlo credibile. Lei e Donald s’incontrarono su un campo di golf – c’era un torneo di beneficienza – a Lake Tahoe, nel Nevada, e la sera stessa erano già a letto insieme (“Nulla d’eccezionale: solo una posizione… Ma il sesso non fu male…”): lui le parlò d’un suo ruolo nel suo show, ‘The Apprentice’, ma poi non se ne fece nulla. Non mostrò mai fantasie da ‘porn sex’. Né pretese prestazioni particolari.
Una storia come tante, con un uomo d’affari ricco e famoso (se non fosse che un giorno sarebbe diventato presidente). A meno che comprando il silenzio della sua pornodiva il candidato Trump non abbia infranto la legge.