L’ultimo voto della XVII legislatura della Camera repubblicana è pesante e potenzialmente gravido di conseguenze: deputati ormai ‘sciolti’, attenti più alla campagna elettorale che ai lavori in aula, autorizzano le missioni militari internazionali 2018 dell’ Italia, tra cui quelle in Niger, Tunisia, Libia. Si disegna una nuova geografia dell’impegno militare italiano, integrato in una strategia europea, ma studiato pure per accogliere le richieste della Francia.
A favore la maggioranza di governo, FI e Fratelli d’Italia; astenuta la Lega; contro, specie il Niger, M5S e Liberi e Uguali (Nicola Fratoianni parla di “nuovo colonialismo”).
Oltre che le missioni bilaterali di assistenza e supporto in Niger e in Libia, passano la missione Nato di supporto in Tunisia e missioni minori in Sahara occidentale e Repubblica Centrafricana. Sono pure prorogate, con modifiche, missioni in corso nel 2017: il piano 2018 prevede il dispiegamento all’estero di 5816 militari.
Su Twitter, il premier Paolo Gentiloni scrive: “Via libera della Camera alle missioni internazionali. Da Afghanistan a Iraq, da Libano a Kossovo, da Libia a Niger forze armate e cooperazione italiana lavorano per pace, sviluppo e stabilità, contro terrorismo e traffico di esseri umani”. Da Strasburgo, il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ‘benedice’ la scelta italiana “se fa parte d’una strategia Ue”. Nelle dichiarazioni di voto, chi approva le missioni insiste sul contrasto al traffico di persone a al terrorismo e sul controllo dei flussi migratori, nell’intento di “produrre sicurezza”.
In Niger saranno inviati 470 militari- 60 andranno in Tunisia -, a dare supporto “nell’ambito di uno sforzo congiunto europeo e statunitense per la stabilizzazione dell’area”; Sarà potenziata l’attività di sorveglianza delle frontiere: verranno impiegati 130 mezzi terrestri e due mezzi aerei per una spesa prevista di 30 milioni di euro fino al 30 settembre prossimo.
In Libia, resteranno 400 militari in Libia per sostegno a carattere umanitario, assistenza e supporto sanitario, addestramento delle forze di sicurezza libiche, supporto alla Guardia costiera libica e varie altre attività che diano “assistenza e supporto al Governo di Accordo nazionale libico”.
La spesa totale prevista per il 2018 per le missioni all’estero è di 1.504 milioni di euro: circa 80 milioni in più rispetto ai 1.427 milioni del 2017. “Le missioni in Niger, Tunisia, Libia, oltre a quelle Nato, richiederanno un ammontare su base annua di circa 125 milioni di euro”, si legge in un documento del Ministero dell’Economia. I fondi stanziati saranno sufficienti fino al 30 settembre: poi, volendo mantenere le missioni, andranno integrati con ulteriori 491 milioni di euro.