Ancora una volta (l’ultima era stata nel 1979), la patria di San Benedetto è stata messa in ginocchio dal terremoto. In vista delle prossime elezioni del 4 marzo, a riflettori ormai quasi spenti sulle zone colpite, abbiamo deciso di recarci a Norcia per osservare più da vicino lo stato attuale del Paese a distanza di più di un anno dal sisma. Di fronte a Porta Romana, ingresso al corso principale della cittadina, abbiamo incontrato Valentino Valentini, incaricato dalla presidente della Regione di seguire i rapporti con il Comune di Norcia, che ha risposto ad alcune domande sulla questione elezioni e SAE (Soluzioni Abitative d’Emergenza):
Lei che ha gestito in prima persona l’organizzazione per la ricollocazione degli abitanti nelle SAE, sa dirci come verranno gestite le elezioni del 4 marzo? Sarà allestito un unico seggio?
Per il referendum del 4 dicembre 2017 fu allestito un unico gazebo al centro di Norcia per permettere a tutti di votare. Il sindaco sta prendendo in considerazione la stessa soluzione anche per le prossime elezioni. Avere un unico seggio sarà più comodo sia per i cittadini che per gli organizzatori.
Crede che sarà presente la questione terremotati nei programmi elettorali?
Non ho ancora avuto modo di guardare i programmi ma presumo non ci sia alcun riferimento alle zone colpite.
Ad un anno dal terremoto chi tra i politici ha fatto visita?
Il Presidente della Repubblica è venuto qui qui subito dopo la scossa ed una seconda volta a distanza di qualche mese, facendo interventi sempre interventi sobri e rispettosi. Il premier Gentiloni è venuto una volta.
Il candidato premier M5S Luigi Di Maio ha presieduto, prima di Natale, alla consegna di una nuova autosanitaria acquistata con i soldi dei tagli agli stipendi dei consiglieri regionali umbri del M5S. Nonostante ciò non è presente nel programma del partito alcun riferimento alle zone colpite.
Visitando i moduli abitativi abbiamo inoltre cercato di capire come, in questa situazione d’emergenza, la città si è mossa. Valentini ha spiegato che, subito dopo la scossa, le abitazioni sono state suddivise per colore e lettera a seconda del grado di inagibilità:
A : senza danni
B : lievi danni
C :danni più consistenti
E: inagibili
Tutti quelli che vivono qui sono quelli che hanno una casa inagibile?
Si, tutti coloro con una categoria E. Per avere una SAE devi avere una casa che non è più abitabile se non ricostruendola.
Tutti gli abitanti sono stati trasferiti nelle casette?
Le frazioni sono tutte disabitate, c’è solo una famiglia che è rimasta a Frascaro ma stiamo trovando una soluzione anche a loro. Quando verrà consegnata l’ultima casetta la fase d’emergenza potrà dirsi conclusa.
Per il terremoto dell’Aquila era stato utilizzato il Modello Bertolaso, caratterizzato da una gestione centralizzata dell’emergenza e dal frequente ricorso ai poteri straordinari. In questo caso si è scelto di spartire la gestione in diversi nuclei direttivi. Secondo lei è una soluzione consona alla regione Umbria?
Ora c’è un commissario più quattro vicecommissari che corrispondono ai presidenti delle regioni. Per quanto riguarda l’Umbria questo nuovo modello è stato più vicino a noi, dando un ruolo maggiore alle autonomie locali, regioni e comuni. L’Umbria nel bene e nel male ha delle competenze in fatto di emergenza terremoto.
Dopo aver parlato con Valentini, attendiamo quindi di scoprire se da qui a marzo nell’agenda elettorale dei candidati troveranno posto anche questioni legate alle zone terremotate. Intanto gli abitanti di Norcia hanno festeggiato l’inizio del nuovo anno di fronte alla Basilica di San Benedetto, come da tradizione, nella speranza che il 2018 non spenga del tutto i riflettori sulle regioni colpite dal sisma.
Hermes