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POLITICA – 2018: quale Italia dopo le elezioni?

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Dopo le recenti elezioni tedesche e le prossime catalane, anche l’Italia andrà al voto, domenica 4 marzo 2018. Una data insolita nella storia della politica italiana. Infatti anche il naturale decorso dell’attuale legislatura era atteso per la metà di marzo, ma le Camere non sono più in grado di far fronte ai lavori parlamentari, ha suggerito il presidente Mattarella, che ha dichiarato: «Bisogna staccare la spina». Così dopo aver presentato la nuova legge di Bilancio e dopo la conferenza stampa di fine anno di Paolo Gentiloni, il Parlamento sarà sciolto.

E con largo anticipo è iniziata la campagna elettorale. Se il Movimento 5 stelle, dopo le primarie on-line, presenta già il suo rappresentante Luigi Di Maio, c’è ancora incertezza in casa Pd, con Matteo Renzi sempre sullo sfondo, una proposta di conferma del premier Gentiloni o addirittura con un cambio di passo che favorirebbe il ministro Minniti, emergente per il consenso ricevuto dopo le politiche sull’immigrazione. Forza Italia ha ancora il volto di Silvio Berlusconi e Lega Nord quello di un più moderato Matteo Salvini. Ottiene una buona risposta Liberi e Uguali, nuovissimo partito di Pietro Grasso e Boldrini.

Rischiano invece di non superare lo sbarramento, previsto al 3% dei consensi dalla nuova legge elettorale, partiti come Fratelli d’Italia e Alternativa Popolare di Angelino Alfano, che potrebbero però guadagnare peso nella corsa alle coalizioni. Il Rosatellum bis, infatti, approvato con la fiducia del governo a ottobre 2017, quasi a ridosso delle elezioni,
combinando il metodo maggioritario e proporzionale, favorisce di gran lunga le alleanze tra i partiti.

Ora è tutto da decidersi. Il patto tra il centro sinistra e il centro destra, è ormai idea abbandonata, ma ancora molto discussa è un’alleanza tra Salvini e il Cavaliere. Bisogna ricordare però che Silvio, per effetto della legge Severino 2012, non è candidabile, dunque, in caso di vittoria, la poltrona spetterebbe direttamente al leader della Lega, nonostante le voci di accordi tra i due. Un’alleanza questa che si confermerebbe vincente, se il M5S si ostina a dichiarare di voler concorrere da solo: sarà difficile per loro, senza una coalizione, arrivare ad ottenere la maggioranza necessaria in Parlamento, nonostante i sondaggi li vedano, per ora, ai vertici del consenso. In bilico le alleanze di centro-sinistra.

È pur vero che la strada da qui a marzo è ancora lunga. Sarà importante valutare attentamente i programmi annunciati durante le rispettive campagne elettorali, ancora acerbe da questo punto di vista. Fondamentale, da parte degli elettori, sarà la comprensione del nuovo meccanismo elettorale, per poter esprimere le proprie scelte in modo cosciente e consapevole.

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