L’Amministrazione Trump e l’America Latina: facciamo un giro d’orizzonte. A suo giudizio, come si profila – al netto dei prevedibili provvedimenti di facciata attuati da Donald Trump -, il futuro rapporto tra il neo insediato Governo statunitense e il Messico? Non crede che misure genuinamente protezioniste finiscano per danneggiare in primis le imprese statunitensi?
La seconda domanda ha una risposta facile: le misure protezionistiche sono micidiali boomerang, indipendentemente da contro chi sono rivolte.
Quanto al Messico, in particolare, la relazione s’è apparentemente stabilizzata, se non normalizzata, dopo i fuochi d’artificio iniziali sul muro da erigere lungo il confine “che pagheranno loro”, il Nafta da rinegoziare, le tirate d’orecchie alle industrie dell’auto per investimenti in stabilimenti in Messico, invece che negli Usa.
Ma la calma è apparente, il fuoco cova sotto la cenere: misure contro gli immigrati e muro torneranno d’attualità, quando Trump se ne ricorderà o ne avrà bisogno per fare dimenticare qualche infortunio domestico o internazionale.
Politica interna brasiliana: di fronte alla disfatta elettorale della sinistra petista e lulista, le forze politiche moderate e conservatrici avranno la strada spianata?, sapranno costruire un solido blocco sociale, anche in mezzo alla grave crisi economica?
Credo che fin quando la crisi economica non sarà stata superata e ‘digerita’ la situazione politica resterà relativamente instabile, con possibili mutamenti d’umore repentini dell’opinione pubblica, in un contesto che gli stereotipi vogliono facile all’entusiasmo e alla depressione.
Più in generale, e si pensi alla vittoria di Mauricio Macri in Argentina, reputa che il celebrato ciclo progressista latinoamericano sia giunto ormai all’epilogo?
La sinistra ha vita grama in tutto il Mondo, non solo in America latina, in questa stagione politica, sociale ed economica, dagli Stati Uniti all’Unione europea all’Asia più ‘occidentalizzata’. In America latina, anzi, resistono ‘isole di sinistra’ – più o meno tali -, tenute talora a galla dalle personalità dei leader. Ma, certo, nei grandi Paesi, mi pare che un ciclo si sia esaurito.
Azzardando un pronostico, crede che il Governo Maduro riuscirà a resistere sino alla naturale scadenza, nel 2019?
Il Venezuela è una di quelle ‘isole’ dove la personalità dell’attuale leader non appare sufficiente ad ancorare il regime al potere: Maduro non è Chavez, non ne ha il carisma né la fisicità; e, per di più, il regime è logoro e deve pure difendersi dagli eccessi degli amici. Che tenga fino al 2019 non è però escluso, anche se l’opposizione evoca con insistenza elezioni anticipate.
Cuba – Usa: il vostro think tank prevede che Trump giunga a smantellare la politica del disgelo promossa dal predecessore?
Lo IAI non ha un ufficio aruspici. Trump, verso Cuba, baderà a non deludere gli esuli di Miami anti-castristi viscerali che lo hanno votato, mentre, man mano che passa il tempo, si attenuerà la motivazione a disfare quel che Obama ha fatto. Certo, Cuba non è stata una priorità dei suoi primi 100 giorni ed è terreno ideale per qualche mossa sorprendente destinata a distrarre l’opinione pubblica.