Per l’esordio di fronte al Congresso riunito in sessione plenaria, Donald Trump prepara un bilancio col botto: un aumento del 10% delle spese militari, 54 miliardi di dollari, con l’obiettivo dichiarato di “tenere lontani i terroristi” e rafforzare “la sicurezza pubblica”, oltre che di risollevare il morale delle Forze Armate depresso da Barack Obama – che però non aveva ridotto le spese per la difesa -.
Confermando le indicazioni del segretario al Tesoro Steve Mnuchin, il presidente non taglia le spese previdenziali e sociali e, per la sanità, fa sapere d’avere una soluzione “molto buona” per rimpiazzare l’Obamacare, cioè la riforma di Obama destinata a essere ‘rottamata’.
I miliardi in più per la difesa salteranno fuori da risparmi sull’ambiente e sugli aiuti all’estero: “E’ un bilancio per la difesa e la sicurezza, che rispetta la promessa di proteggere gli americani”, afferma il magnate, che promette pure investimenti nelle infrastrutture e scambi “equi” – mentre l’FT scrive che gli Usa stanno cercando di aggirare le regole del commercio mondiale -.
S’avvicinano nuove decisioni: il piano del Pentagono anti-Isis, il sedicente Stato islamico, è già nello Studio Ovale; ed è atteso domani il bando-bis agli ingressi negli Usa dei rifugiati e di quanti provengono da sette Paesi islamici.
In una straordinaria giornata d’ordinaria amministrazione, la prima nei 40 giorni alla Casa Bianca, Trump evita tweet al curaro: ignora le provocazioni dagli Oscar e non rinfocola le polemiche con i media, dopo avere rifiutato l’invito alla cena dei corrispondenti. Il presidente, però, resta sul chi vive per il ‘Russia-gate’: vede il rischio di una ‘caccia alle streghe’, mentre si fa strada l’ipotesi d’un procuratore speciale per indagare sull’intreccio di contatti illeciti, hackeraggi, dossier più o meno falsi. Il capo della commissione intelligence della Camera, il repubblicano David Nunes, ‘assolve’ il consigliere per la Sicurezza nazionale dimissionario Michael Flynn.
Il magnate non risponde neppure al suo predecessore George W. Bush, che lo critica sui rapporti con i media: “Sono indispensabili per la democrazia”, perché “Il potere può creare dipendenza ed essere corrosivo” ed “è importante che i media mettano” chi lo esercita “davanti alle proprie responsabilità”. Bush jr chiede pure “risposte” sui rapporti con la Russia.
Quello che Trump farà a tarda sera – in Italia, le tre del mattino – è normalmente il discorso sullo stato dell’Unione. Ma, quando l’inquilino della Casa Bianca è nuovo, il suo primo intervento nel Congresso in plenaria ha carattere meno solenne: serve a illustrare le linee guida del bilancio.
Il presidente, la cui popolarità è in calo è che ha l’appoggio incondizionato solo dello zoccolo duro del suo elettorato, vuole accreditarsi sempre più come “uomo d’azione” che mantiene gli impegni, primo fra tutti quello di tornare ai fasti della potenza militare Usa, a costo di rilanciare una corsa agli armamenti, e di ripristinare sicurezza e ‘law & order’.
I democratici, che si sono appena dati un nuovo presidente, l’ex ministro del Lavoro Tom Perez, ispanico, preferito al nero e musulmano Keith Ellison, riservano a Trump un’accoglienza fredda: invitano ad ascoltarlo rifugiati musulmani e immigrati ispanici e parenti di vittime della violenza delle armi.
I mercati, dopo giorni d’euforia, attendono i dettagli del piano di rilancio dell’economia: meno tasse, più dazi, infrastrutture, deregulation. Trump non ama i dettagli; e neppure la coerenza: dice che non è stato eletto per stare con giornalisti e celebrità, ma apre il ballo dei governatori con Melania. Non lascia il segno la defezione del segretario alla Marina designato, Philip Bilden, un uomo d’affari che si fa i conti in tasca e scopre che ci perderebbe troppo. “Troppi requisiti etici da rispettare” spiega ed esce di scena.